Lettera a Lester Bangs

Lester Bangs-Guida ragionevole al frastuono più atroce

Caro Lester,
Ho letto la raccolta dei tuoi scritti intitolata Guida ragionevole al frastuono più atroce e sento il bisogno (oserei dire il dovere) di farti i miei complimenti. Io lo so che il fuoco che ti ha spinto a scrivere è lo stesso che brucia in tutti noi che siamo devoti al sacro verbo del Rock & Roll. Non siamo in pochi ad avere questo fuoco, ma siamo in molti oggi, nel 2023, ad essere confusi. La tua vita, è bene che tu lo sappia, è finita nel 1982 e credimi, il Rock & Roll che non hai mai ascoltato è molto più brutto rispetto a quello che hai conosciuto ed ha, inoltre, contribuito a creare un “mondo” assai complicato.
Faccio bene ad utilizzare la parola “mondo” caro Lester, perché parliamo ormai di un metaforico “pianeta rock” totalmente assorbito dal mercato mondiale. Non ci crederai, ma oggi si creano prima i fan e poi i gruppi. Capito Lester?! Prima i fan! Le multinazionali hanno compreso che è più produttivo puntare su concorsi televisivi, così in base al gradimento del pubblico e alle capacità di intrattenimento del candidato, decidono se creare una Pop Star oppure no.
Pensa che non ci sono più i generi; o meglio ci sono, ma si mischia tutto. È una situazione disperata Lester, credimi, così disperata che ho creduto di essermi sbagliato riguardo al Rock & Roll. Ho spesso pensato “ma forse sono io che vedevo il Rock & Roll come una luce, e invece era un riflesso”. Sì, mi stavo convincendo di questo fin quando mi sono imbattuto nei tuoi scritti.
È lì che ho capito che la luce che ho provato ascoltando The number of the beast degli Iron Maiden nel 1991 era cosa buona e giusta. Adesso non mi criticare perché sono un metallaro, credimi Lester, per la mia generazione, i Maiden sono stati quanto di più genuino si potesse ascoltare. Intendo dire, Iggy Pop faceva American Caesar (che era un bel disco ma l’ho scoperto dopo) e ancora non erano arrivati i Nirvana con tutta l’ondata Grunge che avrebbe fatto “morire” il Rock. I Maiden sono stati i primi ad “arrivarmi” perché avevano delle copertine meravigliose e perché erano la musica del diavolo. Considera che sono italiano, di Roma, il Rock & Roll mi è arrivato dalla tua terra che era completamente diversa dalla mia, prima che diventasse completamente uguale grazie alla globalizzazione (so che non sai cosa vuol dire, Lester, ma credimi, è una cosa brutta). Però ho subito capito che il Rock & Roll era “fiera idiozia”. Questo è un concetto che ai più sfugge caro Lester, e che tu mi confermi con tutte quelle considerazioni sul tuo libro riguardo “Wild Things” dei Trogs, riguardo Alice Cooper, che quando gli tirano la torta in faccia se la inizia a cospargere su tutto il corpo o riguardo gli Iggy and the Stooges che “quando te li vai a vedere non sai se ne uscirai vivo”. Il Rock & Roll è una musica da “idioti” che “sono il momento che vivono”. Quando utilizzo la parola “idiota” mi riferisco a delle persone che non temono il giudizio altrui e mantengono vivo l’istinto nelle loro azioni. “L’urgenza” Lester, gli idioti riconoscono l’urgenza. E così facendo, quando suonano, producono quei suoni e tirano fuori parole sincere che sono in linea diretta con il loro essere. Questo è il Rock & Roll per me, e so che lo era anche per te. Sicuramente avresti qualcosa da ridire, ma tanto sei morto e non puoi rispondere. Morendo nell’82 qualche bella cosa durante gli anni te la sei persa, ma credimi, oggi non ti perdi niente. Forse i Clutch ti piacerebbero, ma ho i miei dubbi anche su questo.
Considera che il Rock ormai è patrimonio di tutto il mondo, quindi potresti trovare dei gruppi interessanti a Singapore, in Cina, in Francia o anche qui in Italia. E allora perché non mi piace più nulla, Lester? Io una spiegazione ce l’ho e non è sicuramente perché ho più di quarant’anni e due bambini. Secondo me è perché non esistono più gli idioti. Gli idioti non fanno più rock. Forse fanno Hip Hop, Rap o Trap, sostanzialmente musiche che non mi hanno mai appassionato. L’attitudine di questi giovani, caro Lester, può essere anche quella giusta: nessun futuro, tante droghe, tatuaggi in faccia. Ma da quello che ho capito lo fanno per il motivo più stupido del mondo. Il motivo che da adolescente mi faceva schifare un gruppo rispetto ad un altro. Vuoi sapere qual è questo motivo Lester? I soldi! E non lo dico io, lo dicono loro! Lester, loro pensano che i soldi siano importanti e quindi scrivono canzoni per fare soldi, non per urgenza! Hai capito, non è che hanno da raccontarci qualcosa e necessitano di tirarla fuori. Dimmi Lester, sono diventato un moralista, o questo è davvero sbagliato?
Comunque, non me ne frega niente dell’Hip Hop e della Trap, ma riconosco che da un punto di vista l’attitudine che c’è in quell’ambiente possiede qualcosa di sincero e forse necessario per i giovani. Anche perché tutto è ormai SOLO mercato. Anche il Rock è diventato solo mercato anche se sappiamo che non è partito come tale. Oggi la Virgin ha aperto addirittura delle palestre e professa lo stile di vita rock. Ti rendi conto? I mediocri più mediocri di me che si ascoltano gli Stones e i tuoi tanto odiati Led Zeppelin, che vivono lo “style rock” in tutti i suoi stereotipi più beceri. Lo credo bene che i giovani si allontanano dal rock: il rock ha perso l’attitudine e oggi è la musica dei vecchi.
Che tortura Lester, mi interessano solo i dischi di gente del passato! Proprio oggi ascoltavo Welcome 2 my Nightmare di zio Alice. Lo avresti mai detto che avrebbe fatto un seguito a quel capolavoro che era Welcome to my Nightmare? Mentre lo ascoltavo mi piaceva quello che sentivo. Il problema è che i contenuti sono sempre gli stessi. Alice lo conosciamo. E nonostante tu ti sia perso tutti i suoi cambiamenti di stile da alcolizzato fino a re del sadomaso hard rock, quello che comunica è sempre quello. Non parlo di sound che ormai ha imparato da un pezzo su come fregare abilmente l’ascoltatore. Parlo di attitudine. C’ha settanta anni Lester! Ancora parla di incubi horror e fa lo zio cattivone! A me riesce a fregarmi perché credo che lui intimamente sia proprio così, ma non lo so… c’è qualcosa che non quadra.
Hai presente quel capitolo del libro (o forse per farti capire meglio dovrei dire quell’articolo)  in cui ti immagini un mondo in rivolta in cui una televisione trasmette ininterrottamente tutti i film della storia del cinema? Ecco immagina che oggi è così. Hanno inventato lo streaming, ossia premi un pulsante e vedi quello che vuoi. Con delle piattaforme puoi avere, non dico tutto, ma buona parte delle produzioni cinematografiche e musicali del mondo intero. Perché non è un mondo migliore allora? Anzi, perché è un mondo peggiore? Semplice, perché hanno vinto James Taylor ed Elton John (tanto per prendere spunto da una tua considerazione sul libro). Lo sappiamo perfettamente che non sono la peggior feccia commerciale, ma sono quel lato innocuo del rock che uscì fuori e fu giudicato come un fenomeno passeggero.
Ti dirò di più, le profezie di Warhol si sono avverate. Tutto è superficie, è inutile cercare il significato altrove. Tutto è arte e quindi niente lo è. Le nostre adorate donne nude, non riescono più a ispirare nulla perché siamo saturi di nudità, e un nudo artistico diviene così un’opera banale o eccitante e quindi non trascendentale ma relegato al semplice erotismo o alla pornografia. La figura della donna, Lester. La stessa figura che ha spinto tutti i nostri idoli a imbracciare una chitarra e comporre meravigliose opere d’arte, viene oggi umiliata nel peggiore dei modi. Per carità era estremamente discriminata anche ai tempi tuoi caro Lester, ma oggi, a causa soprattutto di una nuova cosa che si chiama internet e alla voglia di fare soldi di tutto il mondo, è stata resa completamente un oggetto.
Va bene Lester, voglio lasciarti in pace. Volevo dirti semplicemente che manchi davvero. E come mi va di pensare che zio Alice sia sincero quando scrive dei suoi incubi da settantenne golfista (perché non so se lo sai ma lui è anche un asso del golf) mi va di pensare che se ci fossi stato ancora tu, il rock non avrebbe fatto questa finaccia.
Con affetto