La Storia è finita, è stato detto nel 1989, alla caduta del Muro di Berlino, e quindi dell’Unione Sovietica. Il Mondo non sarà più parziale, ma globale. Un interrogativo sorge spontaneo. Come è cambiato il rapporto tra Cronaca e Storia? Verrebbe da dire che essendo conclusa la Storia, tutto sia diventato Cronaca: “con riferimento all’età moderna e contemporanea, il termine è talora usato con valore riduttivo per indicare, in contrapposizione alla storia, un’esposizione di semplici fatti, non illuminata dalla consapevolezza di una problematica storica” (Vocabolario Treccani).
Sembrerebbe così. Ma non è così. E’ accaduto invece qualcosa di più articolato, una incredibile inversione, ovvero tutto è diventato Storia. Lo scrisse subito un grande filosofo italiano, Mario Perniola: “Il nunc [ora] si è enormemente dilatato fino a comprendere in sé tanto il passato quanto il futuro […] Non solo ogni ora, ma anche ogni punto dello spazio è compiuto. In ogni luogo c’è tutto quello che ci dovrebbe essere, perché c’è la cosa più importante: il presente […] Ogni punto dello spazio è storico (Transiti, 1989, p. 9)”.
Cosa è dunque realmente accaduto?
Che alla spazializzazione del tempo, dimensione tipica dell’età moderna (per esempio la pittura, ovvero la prospettiva rinascimentale), nell’età contemporanea si è sostituita la temporalizzazione dello spazio (per esempio l’arte della fotografia, ovvero l’istantanea). In tal modo, ogni punto dello spazio è storico. Oggi, la sostituzione si è compiuta in chiave perversa e deformata. Il presente della Cronaca contiene già tutto quello che è sufficiente per sigillare il giudizio in chiave Storica. Ogni punto dello spazio è quindi certamente storico, ma risolto in chiave di cronaca. Mentre la Cronaca esclude qualsiasi interpretazione, che rimanda a un momento successivo della narrazione, che sarà quello propriamente storico, oggi invece i fatti raccontati giorno per giorno si mostrano integralmente già interpretati. La Cronaca viene presentata subito come Storia. Qui risiede l’ideologia, che è “il modo in cui gli uomini concepiscono o rappresentano in modo autentico o distorto la situazione reale in cui si trovano a operare” (Marx). I mezzi di informazione sono rigorosamente al servizio di una simile ideologia.
Narrare la Cronaca come fosse Storia. Assegnare alla istantaneità dell’evento il sigillo dell’interpretazione definitiva. Conferire alla semplice successione cronologica degli accadimenti il punto di vista unico e irripetibile di un giudizio sommario.
E questo, senza dubbio, è il fascismo.