Compagni di scuola, 1988 [immagine di copertina]

Compagni di scuola

diretto da Carlo Verdone – Film Italia 1988

Il Naufragio

Nel 1988 usciva il film di Carlo Verdone (classe 1950) dal titolo Compagni di scuola, vagamente ispirato a Il grande freddo, diretto da Lawrence Kasdan (1983).
Film corale di goliardico pessimismo, a tutti gli effetti, è anche il film anti-Ecce Bombo.
Mentre il film di Nanni Moretti (classe 1953), uscito esattamente dieci anni prima, pone al dentro della rappresentazione la sfera politica ormai perduta e dimenticata, quello di Verdone risulta già tutto immerso nella moda dell’antipolitica. Uno dei personaggi, che è politico di professione, viene infatti apostrofato dal protagonista, e giustamente, “politico di merda”.
Moretti nel successivo Sogni d’oro (1981) avrebbe invece amato cadenzare e invocare un altro slogan, ossia “pubblico di merda”. L’Italia è insomma naufragata nella merda, politici e pubblico, i rappresentanti e i rappresentati. E questo può essere anche condivisibile.
Dal punto di vista strettamente cinematografico, che non poco ci interessa, è evidente come Verdone accetti pienamente la sfida con la grande commedia all’italiana precedente, mentre Moretti no (da cui il famoso “Ve lo meritate Alberto Sordi”). Tale, quindi, il vulnus inferto, la ferita ancora aperta.
Verdone accettando la sfida con la commedia all’italiana accoglie la deriva dell’anti-politica. Moretti mai accetterebbe la deriva dell’anti-politica, ma lo fa rifiutando il confronto con la commedia all’italiana. Il vulnus del cinema italiano è così la questione dell’eredità della commedia all’italiana, accettata e rifiutata al tempo stesso, senza che questo abbia prodotto una vera sintesi o un reale superamento. Lo stile comico non riesce a sostenere davvero il peso ereditario del genere commedia. La generazione nata dopo il fascismo non è in grado di cogliere il nodo problematico della commedia all’italiana, che è quello di sintetizzare farsa e tragedia. L’esperienza di coniugare farsa e tragedia è evidentemente prodotta dal contatto diretto col fascismo, che è stato infatti sia l’una che l’altra.
E’ possibile allora sostenere come Amici miei, regia di Mario Monicelli (classe 1915) già contenga in sé tanto Compagni di scuola, quanto Ecce bombo.
Una prova? Né Ecce bombo, pur con il lutto della politica ormai evaporata, né Compagni di scuola, nonostante tutta l’indignazione riversata sull’anti-politica, riescono a immaginare in anticipo l’imminente irruzione di Berlusconi.
Mentre Amici miei, 1975 mostrando tutto il potere della goliardia, tragico e farsesco, assolutamente sì.